Procedure di conservazione
La conservazione dell’integrità genetica dei lieviti conservati è una delle missioni della Collezione DBVPG. Di conseguenza, la conservazione in agar è stata completamente abbandonata privilegiando una conservazione di lungo periodo realizzata in due modi: (i) conservazione sotto forma di colture liofilizzate mantenute a 5°, (ii) crioconservazione a -80°C.
Periodicamente, alcune colture sono selezionate a random e testate per la loro vitalità e la stabilità dei caratteri. I ceppi di lievito conservati in ognuna delle due forme sopra menzionate sono mantenuti in settori separati del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali e i sistemi di refrigerazione sono sotto il controllo di specifici allarmi automatici che consentono un rilevamento immediato di condizioni anomale da remoto, allo scopo di ridurre il rischio di perdite accidentali, in accordo con il Trattato di Budapest sulla conservazione delle risorse biologiche.
Nomenclatura delle colture conservate
Il nome delle specie conservate è stato aggiornato in accordo con (i) le circa 1.500 specie descritte nella monografia: “The Yeasts. A Taxonomy Study”, Kurtzman C.P., Fell J.W. & Boekhout T. (eds.) Elsevier, Amsterdam, 2011, (ii) The Yeasts Trust che, tramite il suo sito web (https://theyeasts.org/) fornisce le informazioni tassonomiche più aggiornate e complete su tutti i lieviti pubblicati e (iii) la letteratura corrente pubblicata nei mesi più recenti.
Tuttavia, poiché la nomenclatura dei lieviti è in continua evoluzione, allo scopo di facilitare l’uso del database anche da parte di utenti non aggiornati rispetto alle ultime informazioni tassonomiche, i nomi obsoleti di alcune specie non sono stati eliminati e sono stati riportati fra i sinonimi, così da consentire una ricerca anche in base alla vecchia tassonomia.
I sinonimi più comuni ed il nome dello stato asessuale (anamorfo) sono anch’essi inclusi in corrispondenza dei nomi sotto i quali i differenti ceppi di lievito sono stati classificati.